Ricomincio a fumare di mattina

Proprio mentre, tanto per cambiare, andavo a lavorare (allavorare), mi si è affiancata al semaforo una giovincella in stile sciarpa mille colori comodamente seduta sulla sua Panda 30. Ciondolante dallo specchietto, il suo fedele arbre magique con tutta probabilità al gusto pino silvestre. Se c’è una cosa che mi riporta indietro nel tempo, oltre alla mia naturale attitudine per la malinconia, è l’odore dei deodoranti per le auto, quelli fortissimi da mal di testa rigorosamente anni ’80 o qualcosa di più. Insomma, giù di lì. E qui parto con la lamentela. Non si potevano sopportare per più di 5 semafori, io credo, anche se mi concedo il lusso di avere ricordi distorti a proposito della mia infanzia-barra-adolescenza. Che se lasciavi per caso una maglia in auto te la ritrovavi al gusto di ciliegia o peggio ancora di vaniglia mista a Muratti Ambassador, proprio quelle, si si, quelle che fumava tua mamma. Molto meglio, voglio dire, accendersi una sigaretta nella tua macchinetta già anni 2000 che te ne freghi in assoluto di tenere fintamente profumata, e mentre te ne vai a lavorare (allavorare) tiri giù il finestrino e ti godi ancora un po’ di quel freddo invernale che ti sveglia la coscienza e si porta via il fumo dall’abitacolo. Se ti va bene. Altrimenti ti fa tossire per giorni e giorni proprio mentre sei a lavoro (allavoro). Ormai è ufficiale, quindi. Ho ricominciato a rivivere da tabagista anche al mattino. Non che io sia un’integralista, ma in giorni come questi, con il sole che si affaccia dall’inverno e il pensiero di tenersi svegli fino a sera, ci sono poche cose che ti danno una mano così significativa come i vizi che ti porti dietro da quando eri ragazzina. E, davvero, mi va bene così. Perchè qualche anno fa ero io che mi affiancavo in Panda 30 e sciarpa multicolore, e mi guardavo intorno ai semafori per vedere muoversi bocche senza sentirne uscire suoni. Mariti e mogli che decidevano la spesa, amici all’uscita del liceo con le ragazze in minigonna sedute a ridacchiare, e umanità varia che si perde nel traffico appena arriva verde. Molto di questa vita che si svolge nelle automobili, mentre ci si sposta da un dove ad un altro e intanto si escogitano scorciatoie e deviazioni inutili, solo per giungere ad una destinazione. Con o senza arbre magique, poco importa, vi pare?

8 thoughts on “Ricomincio a fumare di mattina

  1. Ho diritto ad una royalty di qualche cent per ogni post che parla di sigarette in auto. Te l’abbuono come regalo di bentornato.
    Io mi guardo intorno e nelle altre auto vedo solo dei coglioni. La misantropia mi ha ammazzato la fantasia, temo.

  2. Ehi! anche io guardo sempre quelli in macchina vicino a me, peri’ io di solito mi stupisco di come stiano muti uno accanto all’altro.
    Comunque brava! molto poetica la tua descrizione

  3. cari ragazzi, grazie
    clàudiè, mia mamma le ambassador le fuma tuttora, rigoramente in pacchetto morbido. ecco, questo intendo per integralismo…
    paola, io di solito adesso guardo solo per vedere se guardano me. egocentrismo, Vostro Onore.
    plinio, a te ho già detto tutto.

  4. Quanto cazzo fa schifo l’Arbre Magique. Oltre a far venire il mal di testa dà anche la nausea, e insomma, alla prima curva ti fermi perché devi andare a vomitare.
    Al posto dell’Arbre Magique il mio migliore amico aveva Vladimir, un pupazzo-vampiro.
    Ce l’hanno fottuto.
    Ora che abbiamo ripreso a fumare, passiamo le nottate senza abbassare i finestrini perché fa freddo. E non so come cazzo facciamo a guardarci e a parlare contemporaneamente dato che ad un certo punto si alza la nebbia in quella macchina. Fino a quando si fanno le due di notte e stiamo per addormentarci e se non si può fare una pausa caffè in un Autogrill, teniamo i finestrini abbassati, tipo “c’è l’effetto serra”, per tenerci svegli. E al mattino ci svegliamo schiarendoci la voce tutto il giorno. Come in quella pubblicità, credo fosse la Benagol. Ecco, sì.

  5. “ci sono poche cose che ti danno una mano così significativa come i vizi che ti porti dietro”
    Piace questa frase.
    I vizi li coccoli e loro coccolano te.

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