Prima del tonfo, prima di me, prima del giorno;
un incedere spartano, veicoli di motore e neve, verdi bottiglie vuote.
un estratto eterno della vita mia più vera e di quello che volevo restasse, anche solo a dirsi
primavere una e poi l’altra, i mari ghiacciati dal fiato, il sale in tasca a ricordarmi chi sei
incroci di nastri e fiocchi e non solo, una partita a scacchi iniziata anni fa,
mai vinta mai persa mai imparato a giocarci
sai quando hai quella sensazione, che non sia una buona idea, che non lo sia in alcun modo
tu non l’ascoltare
potresti sbagliarti
o perderti il piacere del lamento.
quel tonfo tu lo sai era il mio cuore
incollato e coglione
senza fuga.
Prima del giorno, in alba di gialli e di viola,
il fiato risanato dallo iodio,
il sesto senso in riarmo
ce ne vuole di spago, ce ne vuole matasse e matasse
ma forse più che ricucire
mi faccio un vestito nuovo.
Toh.