A laugh brings me back

L’appuntamento è ad una delle rotonde accanto alla vecchia fabbrica dismessa, proprio a due passi da quella siepe su cui avevi scordato la mia cassetta dei Blind Melon che dopo nemmeno un quarto d’ora era sparita e l’ho dovuta ricomprare. E pensare che nessuno li ascolta, sti cazzo di Blind Melon, mi avevi detto ridendo. Non mi sorprende per niente ritrovarti uguale a 15 anni fa, ancora coi capelli lunghi e le all star ai piedi, sempre blu, sempre alte. Come al solito ho un’emicrania che fa aumentare i rumori, mi guardi e mi dici hai fatto tardi ieri sera eh, e io dico si, alcune cose non cambiano proprio mai, ti abbraccio e già stiamo ridendo senza motivo. Si, alcune cose non cambiano mai. Ridi così forte quando ti dico che ieri sono andata con degli amici a ballare ma non ho ballato, dici che ti ricordi quella volta al gabrio che sono stata seduta tutta la sera immobile sulla stessa poltrona, che ogni tanto ti dicevo già che vai al bar prendimi una birra và, che mi lamentavo che la musica reggae è proprio una palla, e ripetevo, come si fa, poi, ad ascoltarla con tutte le luci accese. -Hai sempre detto frasi che sembravano domande, e invece erano risposte – io ci penso su un attimo e fra me e me hai proprio ragione, tu su di me non ti sei sbagliato mai. Ti chiedo come stai, cosa ti ha riportato nella nostra città, cosa ti aspettavi e cosa hai ricevuto, e poi mi fai ridere di gusto quando mi dici, guarda d. se l’argomento è la mia vita sono davvero preparatissimo. D’improvviso racconti che il tuo motivo è il più banale di tutti: sei tornato per amore, e per amore sei rimasto, con una leggerezza quasi estiva mi dici che rimanere è la cosa più adulta che ti sia venuta in mente, che ne hai avute di idee per cambiare, ma quella è stata di gran lunga la più vincente. – Ho fatto come quello dell’attimo fuggente, sono entrato nell’aula magna, ho cercato la sua faccia tra la gente e sono andato da lei, ho steso un foglio spiegazzato che avevo in tasca e le ho letto una poesia. Dovevi vederla, ha sgranato gli occhi per quasi un’eternità, mentre parecchi ridevano e sgomitavano tra loro, ho pensato adesso si che sono ufficialmente un idiota, e invece è andata bene. Come sono orgogliosa di te, che hai smesso di balbettare di fronte alle persone, che cammini con la testa dritta su quelle spalle da uomo e hai le spalle forti da sempre, da quando mi ricordo di te. Anche tu sei cambiata, non lo capisci? Hai smesso di tormentarti, di stare in disparte, ti sei concessa un po’ di tregua. E io penso di nuovo che non ti sei mai sbagliato su di me, e ti dico che poi quel libro l’ho scritto, che è stata una lezione e una sacrosanta verità liberarmi di quelle parole che rifluivano nella mia testa da anni, che parla di me ma nemmeno tanto, che in molti l’hanno letto e che ora è questo il mio lavoro e la mia vita: scrivere. Tu mi fai una carezza come quando eravamo ragazzini e quasi ti commuovi, quasi sei come me, che piango per tutto, anche le serie tv. Che stupidi che siamo, a piangere delle cose belle, che stupidi che siamo.

E’ quasi l’ora di cena quando ci alziamo, andiamo verso le macchine e mi dici dai allora la prossima settimana ce ne andiamo al cinema a vedere qualcosa di scemo, prendiamo i pop corn facciamo i rutti con la coca cola e prima della fine ci facciamo cacciare. Poi, mentre sto per salutarti, ti chiedo ma sul serio l’hai fatta innamorare con una poesia? E tu fai un sorriso furbo tanto quanto te e mi rispondi certo, le cose davvero belle sono belle per tutti. Poi apri il portafogli e ne tiri fuori un foglietto spiegazzato che avrà almeno dieci anni, lo apri e me lo passi. Io ci vedo la mia scrittura, 8 versi incolonnati, una firma da ragazzina e tre x sotto il mio nome. E’ un tuffo carpiato al contrario, una boccata d’ossigeno in piena vetta, il mio cuore che si collega diretto al mio pensiero. Ho gli occhi sgranati anch’io, anch’io per quasi un’eternità. E tu, faccia da schiaffi, mi dici, ecco vedi, le cose davvero belle sono belle per tutti, e tutti se ne innamorano.

15 thoughts on “A laugh brings me back

  1. Ti si legge sempre volentieri, sai. Roba che se è vero che hai scritto un libro (ché io non so quanto delle tue storie è frutto del vissuto e quanto romanzato), be’, mi piacerebbe leggerlo.

  2. te l’ho già detto, se Springsteen ha avuto il periodo intimista e Dylan quello elettrico, tu stai avendo quello nostalgico. Ma le cassettine di hitmania dance non ce le avevi eh?

  3. “Poi, mentre sto per salutarti, ti chiedo ma sul serio l’hai fatta innamorare con una poesia? E tu fai un sorriso furbo tanto quanto te e mi rispondi certo, le cose davvero belle sono belle per tutti.”

    Quest è una balla, ma una balla, ma una balla…

  4. Leggo qua e là, ricambiando la visita che hai fatto a me qualche giorno fa. E così, tra un post e l’altro, mi rendo conto di quanto bello sia quello che scrivi tu, quanto bello il modo in cui lo fai. Eggià.

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